mercoledì 22 dicembre 2010

In viaggio

In viaggio.
Scorgo alti monti e vaste distese di terra della mia bella Sicilia.
Vedo la calma del mare, che dolcemente culla ed ha cullato generazioni di sognatori.
La dolcezza delle sue onde, increspate al leggiadro passaggio del vento, rende quello spettacolo una meraviglia per gli occhi. Timido, il sole riscalda ed abbraccia tutti, indistintamente. E riflettendosi sull'acqua crea disegni che neanche la mente più acuta riesce a immaginare.
L'autostrada corre veloce sotto di me. Il tempo mi scivola addosso come se non esistesse, scandito ogni tanto dal suono di un clacson o dallo sguardo furtivo di un bambino che mi osserva dalle altre vetture. Un fugace sorriso affiora lentamente. Parte dal cuore, mi riscalda, fino a giungere alle labbra. È un sorriso vero, come pochi ne riesco ancora a regalare. È quello il momento migliore della mia giornata. Dove perfetti sconosciuti, passanti che probabilmente mai più rivedrò, mi regalano un momento puro. Seppur bambini, vincono ogni paura, ogni pensiero e quell'agonizzare giornaliero.
Proseguo la mia strada ed incontro una galleria.
Come una radio o un ... ...cellulare, anche io mi spengo.
Il buio, caro amico di mille serate, mi avvolge completamente. E seppur per pochi istanti torno nel mio tetro castello fatto di solitudine, di strade senza uscita. Di vicoli ciechi. Di porte chiuse, sbattute sul mio viso senza possibilità di replica.

In fondo vedo finalmente l'uscita. Accelero, per sentire nuovamente quel calore. Il calore del sole misto al calore umano. E quasi come per follia, rallento, per permettere alle auto di prima di affiancarmi nuovamente. Per vedere ancora una volta quei visi che solo poco prima mi salutavano da dietro un finestrino spalancando il mio cuore alla gioia di vivere. Mi accorgo di aver bisogno di quei piccoli istanti. Piccoli sprazzi di luce in una vita tenebrosa.
Il mio viaggio continua.
 Come per magia l'autostrada diventa una semplice linea della vita.
Metafora di un'esistenza difficile.
Decido che è tempo di tornare a casa. Riprendo ad accelerare. Supero le auto più lente, quasi a prendermi gioco di loro. Finalmente anche io riesco a superare qualcuno. Riesco ad impormi. Faccio pesare le mie scelte.
Un'altra galleria. Questa volta più lunga, più buia.
Ma ne uscirò. Prima o poi tornerò a sentire quel calore. Perché per quanto buio ... ...possa esserci fuori, so che dentro è ben peggio. È tutto molto più scuro, ancorato alle sconfitte ed alle frustrazioni di una vita che non sto vivendo fino in fondo.
Ancora nessuna traccia della luce. Ancora una curva, ancora del tempo immersa nell'oscurità.
Ed il pensiero vaga e divaga. Alle sconfitte giornaliere ed alle scarse vittorie portate a casa con l'inganno o la paura.
L'uscita.
La radio riprende a gracchiare. Un dj annuncia la prossima canzone, ma non lo sto ascoltando. Accendo la radio solo affinché mi faccia compagnia. Una voce sconosciuta che mi tiene compagnia in un mondo dove nonostante i quasi 7 miliardi di individui, sono sola di fronte a tutto e tutti. Dove l'unica cosa che chiedo è avere qualcuno di speciale, qualcuno come me che possa consolare questa stupida sognatrice. Ma non c'è. E forse non ci sarà per un pò. Un raccordo dell'autostrada. L'uscita per un paese che conosco bene. Ma non è quella la mia metà, proseguo.
Alle macchine che si accodano pazienti per svoltare, si contrappongono le auto che proseguono il loro viaggio.
Ancora una volta, giovani vite si spingono sul finestrino per salutarmi. Ricambio e ... ...proseguo il mio viaggio.
D'altronde quel breve sprazzo di umanità era destinato a finire, lo sapevo già. Non me ne preoccupo. Ormai sono vicina a casa.Alla radio danno una canzone che mi piace. E, come destino della mia vita, le montagne si fanno beffa di me impedendomi di prendere il segnale. La musica va avanti, fra un gracchiare ed un'interferenza. Ci sono quasi, la prossima è la mia uscita.
Accelero ancora un po' per superare l'ultimo tir e torno sulla corsia di marcia lasciando finalmente libera la corsia di sorpasso. Quella dedicata a chi corre e vince. Anche oggi ho abbandonato quel sentiero, anche oggi ho ceduto il posto a qualcuno che ha maggior dimestichezza di me con l'amore e la vita in generale. Le macchine sfrecciano veloci al mio fianco, facendo traballare la mia auto. Qualcuno accenna persino un gestaccio perché camminavo piano. Solita routine della mia vita.
Mi accorgo solo adesso di aver conservato il sorriso fatto dopo la prima galleria. Quando quei piccoli visi mi avevano salutata come ... ...fossi una di famiglia.

L'uscita, eccola finalmente. Fra poco più di 10 minuti sarò a casa. La piccola rampa, in salita, mi ricorda spesso il modo in cui approccio tutte le persone che amo.pesantemente,soffocandole e  stressandole. sto cominciando adesso ad  abituarmi a me stessa,a volermi bene, perché se no non posso abituarmi agli altri.
Scendo dalla rampa e mi sento sollevata. Come quando da bambina mia madre mi faceva trovare il budino fatto in casa. O come quando, inconsapevole delle mie marachelle, si stringeva a me regalandomi il vero amore. Quell'amore che solo una madre può dare a suo figlio.Passo sul ponte. Sospesa a mezz'aria, parodia del mio stato attuale. Sospesa. Sospesa da ogni cognizione logica o matematica. Sospesa da ogni semplice chimica. Sospesa fra due baratri che mi respingono: l'amore e la vita.
I fumi delle ciminiere che incontro per la strada mi divertono. Creano forme e dipingono il cielo di un colore diverso. Per quanto nocivo, per quanto brutto, mi rendo conto ... ...che riescono a creare un taglio ed una serie di immagini a dir poco stupende.




tirate indietro. Le campagne alla mia destra, nonostante il freddo di Dicembre, Tentano con ogni briciola di forza di rimanere verdi e rigogliose. e Resistere, contro natura, all'avanzare della stagione fredda. Ai loro piedi, qualche frutto che non ce l'ha fatta, come monito a quegli irriducibili che restano attaccati ai rami. Una sorta di resistenza non violenta, destinata inevitabilmente alla disfatta.
L'ultima serie di curve. Ci sono quasi. Di fronte casa mia,
Ho finalmente spento il motore. L'ultimo sbuffo dell'auto, quasi a ringraziarmi, segna la fine definitiva di questo piccolo viaggio.
Raccolte le mie cose, esco dall'auto e chiudo la portiera.
Domattina, riaprendola, sentirò il peso della giornata che ho descritto. E così via, giorno dopo giorno. Mese dopo mese. Anno dopo anno.
Ma per oggi, il mio viaggio è finito e potrò raccontarlo Solo per oggi, ancora per oggi.
Ma il tempo è effimero, e domani, sarà come rivivere la stessa giornata. Solitaria, nera e piena di dubbi.
Avviatami a piedi verso il portone, respiro l'aria dell'ennesima giornata che
volge al termine.......

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